Graniti e gravina di catania legati dal caso di due bambini con problemi psicomotori

9 ottobre 2014

GRANITI. Due bambini, «Marco» e «Matteo», nati con problemi di psicomotricità, divisi dall'interpretazione di una e una sola legge, «Marco», è un bimbo di sei anni, nato con «Ritardo dello sviluppo psicomotorio a carattere globale, pretermine con ipossia cerebrale», potrà continuare, limitatamente per quest'anno, a frequentare la scuola materna, mentre «Matteo», che abita a Gravina di Catania, dal 1 settembre scorso è obbligato a seguire le lezioni della prima classe della scuola primaria.

Sono due storie che si intrecciano quando scriviamo di «Matteo», e veniamo contatti dai genitori di «Marco», che in tempo hanno intrapreso un'azione legale per vedere riconosciuti i diritti del loro piccolo, mentre a causa di un ritardo nell'iter procedurale i genitori di «Matteo», devono subire le decisioni irrevocabili, della dirigente del C. D. «Giovanni Paolo 11» di Gravina di Catania, prof, ssa Lucia Roccaro.
I genitori di «Marco», Francesco e Giuseppa, assistiti dai legali AVV. Maria Paffumi e Santina Intersimone,si rivolgono al T. a. r. di Catania perchè intervenga nella vicenda del loro piccolo.
E la risposta non si fa attendere, perchè il 10 ottobre scorso, il Tribunale Amministrativo Regionale, emette un'ordinanza e nella stessa scrive: «Si accoglie la domanda cautelare in epigrafe e per l'effetto, sospende i provvedimenti impugnati ed ordina all'I. C. Statale di Francavilla di Sicilia, di procedere entro quindici giorni dalla data di comunicazione della presente ordinanza e dalla notificazione a cura di parte se anteriore, al riesame dell'istanza per cui è causa; Condanna l'I. C. resistente al pagamento in favore dei ricorrenti delle spese della presente fase cautelare, liquidate in euro 1.000, oltre accessori di legge se dovuti».
Come si può vedere due storie identiche, due Comuni distanti un tiro di schioppo, ma due realtà assolutamente diverse, che da una parte trovano conforto nell'inteivento del T, a, r., mentre dall'altra per scadenza di termini il bimbo e i suoi genitori, devono subire le decisioni della dirigente.
Ma se il T. a. i'. accoglie la richiesta significa che una tutela per questi bambini esiste e se esiste perchè la prof.ssa Roccaro, la disconosce?
Raggiunto al telefono, papà Francesco, con voce piena di emozione, dichiara: «Questa sentenza non è stata una vittoria per "Marco", ma lo è per tutti i bambini che si trovano nelle sue stesse condizioni.
E' la vittoria di due genitori che hanno vinto su un'ingiustizia perpetrata ai danni di questi bambini, che mai dovrebbero essere chiamati in causa, ma che devono essere accettati e coccolati, proprio per il loro essere, da tutti e da tutte le istituzioni».
Articolo originale a firma SALVO VITALE 


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